LA PSICOTERAPIA BREVE STRATEGICA

La Psicoterapia Breve Strategica è un approccio innovativo alla soluzione di problemi e patologie di qualsiasi genere, un intervento rapido e focale che si adatta alla logica non ordinaria del problema, ne rovescia la struttura e la trasforma, mantenendo l’effetto nel tempo. Per fare ciò si avvale di “prescrizioni”, vale a dire esercizi comportamentali e mentali che seguono rigorosi protocolli messi a punto per ogni tipo di disturbo.

Lo psicoterapeuta strategico adopera una serie di tattiche flessibili e di strumenti rigorosi che vengono adattati ai differenti pazienti e al problema presentato. I suoi interventi seguono la logica del tipo di problema utilizzando la sua naturale resistenza al cambiamento e vengono corretti e aggiustati gradualmente adattando il modello agli effetti osservati durante il processo di problem-solving.

Invece che ricercare le cause nel passato, la Psicoterapia breve Strategica si concentra sullo studio della persistenza del problema individuando il funzionamento della “causalità circolare” che lo alimenta, basato sull’interazione tra il tipo di problema e i metodi inefficaci tramite i quali si tenta di risolverlo. Questi vanno a creare quello che viene definito un sistema percettivo-reattivo, una modalità ridondante di strutturazione di rigide percezioni e reazioni nei confronti di se stessi, gli altri e il mondo, divenuta acquisita , spontanea ed involontaria. Anche se sembra assurdo, di fronte ad un problema in un dato contesto, l’essere umano tende ad applicare le stesse soluzioni che hanno avuto successo in un altro contesto; quando queste risultano fallimentari, invece che cambiare strategia e tipi di soluzione, sussiste la tendenza ad applicare la stessa strategia più vigorosamente, credendo che “se faccio di più della stessa cosa, funzionerà!” e ignorando il precetto secondo il quale “se continuo a fare ciò che ho sempre fatto, continuerò ad ottenere ciò che ho sempre ottenuto”. Come sosteneva Paul Watzlawick (1974), “le tentate soluzioni diventano effettivamente il problema”. Il cambiamento viene quindi creato agendo sulle tentate soluzioni disfunzionali, costrutto che deriva dagli studi dell’MRI (Mental Research Institute), meglio conosciuto come la Scuola di Palo Alto, famoso istituto della California, fautore di un nuovo approccio alla soluzione dei problemi umani; a questa scuola va il merito di aver iniziato quella che negli anni sessanta diventò una rivoluzione copernicana all’interno del mondo della psicologia, che rappresentò il passaggio da una visione lineare dei problemi (causa-effetto) ad una circolare e sistemica (causa ed effetto sono l’una la causa e l’effetto dell’altro).

Le origini dell’approccio strategico passano per  l’antica arte ellenica della retorica e in quella degli stratagemmi cinesi, capaci di risolvere problemi apparentemente complicati attraverso l’utilizzo della persuasione e della logica non ordinaria, nonché negli studi sulla comunicazione di Gregory Bateson e nella teoria della pragmatica della comunicazione di Paul Watzlawick; a livello epistemologico l’approccio si orienta sulla scia della corrente filosofica del costruttivismo e della teoria della cibernetica. Il primo articolo riscontrabile in cui appare il termine “strategico” in psicoterapia si può tuttavia ritrovare tra gli scritti riferiti a Milton Erickson, considerato per questo il capostipite dell’approccio strategico in senso allargato.

L’approccio è stato costruito e continua ad evolversi anche grazie al lavoro del Prof. Giorgio Nardone, che insieme a Paul Watzlawick porta avanti, nel Centro di Terapia Strategica di Arezzo, una ricerca-intervento che coinvolge migliaia di pazienti nel trattamento di vari problemi psicologici. Attraverso questo tipo di ricerca-intervento si è giunti a sviluppare specifici protocolli di trattamento per particolari patologie attraverso manovre comunicative terapeutiche, rigorose sequenze tattiche e strategie con potere euristico e predittivo. I risultati più importanti e riconosciuti sono stati raggiunti principalmente con i disturbi fobico-ossessivi e con i disturbi alimentari, trattamenti caratterizzati da alti valori di efficacia ed efficienza (87% di casi risolti in una media di 7 sedute)

Il modello si pone quindi in una prospettiva che supera le classificazioni nosografiche della psichiatria classica e della psicologia clinica in grado solo di fornire una descrizione dei sintomi delle patologie; l’attenzione viene così tradotta in termini operativi, liberi da etichette e categorizzazioni a priori, connotati dallo studio del funzionamento del problema e della sua alimentazione.

Il modello evoluto della Psicoterapia Breve Strategica è il risultato finale di un processo guidato dai modelli della logica matematica che può essere continuamente verificato e provato, per questo la terapia diventa un processo investigativo-interveniente, nel quale ogni intervento e ogni strategia vengono adattati ad ogni singolo caso e ad ogni singolo paziente confermandosi o correggendosi durante la loro applicazione grazie ai feedback, agli effetti e ai risultati delle prescrizioni.

Per avere un colloquio informativo gratuito: dott.m.g.spurio@hotmail.it